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Alimentazione e dermatologia: l'inizio della storia


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L'idea che l'alimentazione potesse influenzare la salute della pelle risale a prima del 1600 ed origina dall'osservazione di lesioni cutanee associate a condizioni di scarsa o cattiva alimentazione:

L'ergotismo e la segale cornuta

Nel 1597 l'ergotismo, disordine cutaneo che si manifesta con disturbi circolatori agli arti fino alla cancrena, nausea e vomito, convulsioni, attacchi di panico, allucinazioni, mutismo, etc, è associato a consumo eccessivo di o intossicazione alimentare da farine contaminate da alcaloidi di Claviceps purpurea, nome scientifico di un fungo (in francese ergot) che infetta cereali tra cui la Segale. Dallo studio della struttura di questi alcaloidi deriva la sintesi dell'LSD. L'ergotismo è detto anche Fuoco di Sant'Antonio o Fuoco Sacro o Mal degli Ardenti.

La pellagra ed il mais

Nel 1735 il Dr. Gaspar Casal che viveva in Spagna, a Oviedo, vide alcuni pazienti con una nuova malattia che egli chiamò Il mal della rosa e che attribuì ad una dieta povera. È questa la prima descrizione della pellagra, una malattia tipica dei lavoratori più poveri che si nutrivano quasi solo di mais con aggiunta di nocciole e pochi vegetali.

Nel 1848 la pellagra, endemica soprattutto nelle zone del SudEst della Francia, fu eliminata modificando la dieta della popolazione, ancor prima che le vitamine fossero scoperte, con un intervento mirato ad aggiungere al mais, alimento quasi esclusivo dei contadini francesi, cibi di origine animale ed altri cereali. Ciò fu dovuto alle osservazioni e all'impegno sociale del medico francese Theodore Roussel e all'attenzione del governo francese. La pellagra scomparve dalla Francia alla fine del diciannovesimo secolo.

Studi simili furono condotti negli Stati Uniti d'America nella prima metà del 1900 e anche in questo caso un medico, Joseph Goldberger, giunse alla conclusione che la pellagra fosse la conseguenza di una carenza alimentare e non di un agente infettivo, come molti pensavano. La sua scoperta fu accettata solo dopo la sua morte osservando che la pellagra poteva essere sconftta con l'aggiunta di acido nicotinico o del suo precursore, l'aminoacido triptofano, alla dieta.

Lo scorbuto e la mancanza di frutta fresca

Fu il medico inglese James Lind (1716-1794) a comprendere l'utilità del succo di limone e arancio per la prevenzione ed il trattamento dello scorbuto, osservando marinai che presentavano arti pallidi e gonfi, labbra sanguinanti. Anche Blane, medico sulle navi inglesi alla fine del diciottesimo secolo, descriveva l'alimentazione dei marinai costituita essenzialmente da carne salata e pane e biscotti osservando che spesso essi presentavano lesioni che non guarivano.

L'acrodermatite enteropatica

Nel 1974 un articolo su The Lancet descriveva la possibilità di curare una rara malattia genetica, l'acrodermatite enteropatica, aggiungendo zinco alla dieta. La malattia fu osservata per la prima volta nel 1902 e le fu dato il nome corrente nel 1942. I sintomi comprendono lesioni cutanee, alopecia, diarrea, disturbi neurologici, etc. e si manifestano in genere dopo il passaggio dal latte materno a quello vaccino. Il gene responsabile è localizzato sulla regione cromosomica 8q24.3 e corrisponderebbe al gene ZIP4, codificante per una proteina di trasporto per lo Zn: mutazioni differenti determinano difetti di assorbimento dello Zn a livello intestinale.

Kwashiorkor e la mancanza di proteine

La sindrome detta Kwashiorkor o marasma infantile è una malattia da malnutrizione diffusa nell'Africa subsahariana dovuta essenzialmente a condizioni di carestia e mancanza di proteine nella dieta. Tra i vari sintomi quali diminuizione della massa muscolare, affaticamento, diarrea, dimagrimento, edema, apatia etc. la malattia presenta modificazioni del colore della pelle e dei capelli, e rash cutaneo. La malattia è stata descritta per la prima volta nel 1935 dalla pediatra giamaicana Cecily Williams in un articolo pubblicato dalla rivista The Lancet.

Carotenoderma e l'eccesso di carotene

Una eccessiva assunzione di carotene può determinare una condizione detta carotenosi o carotenoderma, una condizione benigna caatterizzata da una colorazione arancione della pelle. La colorazione scompare quando l'assunzione di carotene ritorna nella norma. Quindi mangiare in eccesso, carote, zucche, spinaci, patate dolci e agrumi determina dopo alcune settimane la comparsa della colorazione della pelle.

Dalle carenze all'eccesso di cibo: una storia ancora da scrivere

È quindi noto da tempo che carenze (o eccessi) nutrizionali possono determinare danni alla salute, ed in maniera specifica alla pelle, risolvibili aggiungendo alla dieta specifici nutrienti concentrati quali vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, etc. Ad esempio nel 1670 il medico inglese Sydenham intuì l'importanza del ferro nel trattamento della clorosi (una anemia da carenza di ferro) e nel 1753 un altro medico, Lind, scoprì la correlazione tra lo scorbuto ed il mancato consumo di frutta e verdure fresche.

Nel 1912 invece Funk avanzò l'ipotesi che beri-beri, pellagra e scorbuto fossero dovute alla mancanza di speciali sostanze "
che dal punto di vista chimico, sono basi organiche e che noi chiameremo vitamine". Il termine è rimasto pur non essendo tutte le vitamine basi organiche.

La scoperta che le vitamine o meglio la loro mancanza nella dieta fossero associate alla comparsa di particolari dermatosi rappresentò un progresso importante per la medicina. Si scoprì infatti che queste dermatosi potevano essere curate somministrando un particolare nutriente, una vitamina specifica.

Ad esempio nel caso della pellagra era osservato che le lesioni cutanee guarivano più velocemente somministrando acido nicotinico mentre nel caso della cosiddetta
pellagra sine pellagra si scoprì che poteva essere curata utilizzando riboflavina.

Nel periodo tra il 1939 ed il 1952 furono condotti esperimenti a lungo termine per riprodurre le carenze vitaminiche in soggetti sani alimentandoli con una dieta priva di specifiche vitamine. Altri progressi si ebbero da studi condotti su animali e da esperienze di avitaminosi chimicamente indotte. Una nuova strada era stata aperta eppure progressivamente la dermatologia sembrò allontarsi dallo studio dell'alimentazione.

La dermatologa americana Daphne A. Roe, nel suo libro "
Nutrition and the skin", scriveva che, dopo il 1950, ad un certo punto dermatologia e nutrizione si erano sempre più separate, i dermatologi non erano più istruiti sulla nutrizione, nei congressi di dermatologia non si parlava di alimentazione e mancava la capacità di fare studi combinati tra ricercatori dermatologi e nutrizionisti.

Si affermavano invece punti di vista scettici circa l'importanza della malnutrizione come causa di dermatosi, mancanza di insegnamenti relativi alla nutrizione nelle scuole mediche e incapacità di stabilire programmi di ricerca collaborativa tra nutrizionisti e dermatologi.

Da allora molte cose sono cambiate e negli ultimi anni l'interesse verso l'alimentazione è aumentato: maggiori conoscenze in campo biochimico e genetico hanno permesso di caratterizzare i principi nutritivi degli alimenti, di sintetizzarli chimicamente e comprendere i loro meccanismi di azione. Eppure molto rimane da fare per individuare il ruolo dell'alimentazione nella prevenzione e nella cura delle malattie dermatologiche e non solo.

Lo studio delle carenze nutrizionali ha permesso di capire il ruolo di specifici nutrienti sulla salute della pelle mediante l'osservazione di cambiamenti cutanei come xerosi, perdita di capelli, modifica delle unghie etc. osservate ad esempio nell'anoressia nervosa, o iperpigmentazione associata a deficit di vitamina B12. Altri elementi in traccia risultano essenziali per una pelle sana: carenze nutrizionali possono influenzare la guarigione delle ferite mentre alcuni nutrienti (vitamine A e C, zinco, glucosamina) possono ridurre il tempo di guarigione e migliorare la qualità della ferita.

Un capitolo a parte è invece rappresentato dall'influenza di una alimentazione eccessiva sulla pelle: una dieta poco bilanciata da un punto di vista energetico, che favorisce l'insorgenza della cosiddetta sindrome metabolica, sembra avere effetti negativi su alcune malattie cutanee.

Aumentano le osservazioni e gli studi sull'influenza di una alimentazione eccessiva, di specifici ingredienti alimentari e supplementi nella prevenzione e trattamento di condizioni cutanee, ad esempio nel campo della fotoprotezione dalle radiazioni UV o negli studi sull'invecchiamento della pelle. L'influenza dell'alimentazione è studiata anche per malattie cutanee specifiche quali acne, psoriasi, tumori non melanoma e melanoma, vitiligine, rosacea, pemfigo, dermatite erpetiforme, idradenite suppurativa, etc.



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