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Tumori della pelle e alimentazione

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Tumori della pelle e alimentazione


tumori pelle
Introduzione

I tumori della pelle sono distinti in tumori non melanoma e melanoma.

I
tumori non melanoma (NMSC) sono classificati in due tipi principali: il basalioma (carcinoma basocellulare o epitelioma basocellulare) e il carcinoma squamocellulare.

Il basalioma origina da cellule staminali nell'unità pilo-sebacea dell'epidermide, in genere colpisce persone di età superiore ai 40 anni, raramente determina metastasi e si distinguono due tipi: un tipo superficiale ed un tipo nodulare.

Il carcinoma squamocellulare origina da cellule staminali follicolari o interfollicolari dell'epidermide a differente capacità di differenziazione. Le aree più colpite sono quelle più esposte alle radiazioni ultraviolette (UV) e sono più gli uomini ad ammalarsi di questo tipo di tumore cutaneo.

Vari sono i fattori di rischio dei tumori NMSC: l'esposizione cronica ai raggi solari, uso di lampade abbronzanti, ustioni, cicatrici, lesioni da agenti chimici o raggi X, infezioni da HIV, uso di farmaci antirigetto nei soggetti trapiantati, etc.

I
tumori melanoma sono tumori della pelle maligni che hanno origine dai melanociti, cellule dell'epidermide responsabili dell'abbronzatura. La loro incidenza è in rapido aumento nel mondo; negli Stati Uniti ad esempio il melanoma rappresenta il quinto tumore più comune e la mortalità è intorno all'1.5% di tutte le morti correlate al cancro.

Il più importante fattore di rischio è dato dall'eccessiva esposizione ai raggi UV di origine naturale (luce del sole) o artificiale (es. lettini abbronzanti). Altri fattori di rischio sono una storia familiare di melanoma, un alto numero di nevi atipici, una storia di gravi ustioni, e caratteristiche fenotipiche come pelle, capelli e occhi di colore chiaro.


Un po' di storia

La presenza di tumori cutanei nel mondo antico è descritta da Ippocrate in alcuni scritti del quinto secolo a.C., mentre la prima evidenza di cancro cutaneo è stata osservata dai paleopatologi sulla pelle di mummie peruviane del quarto secolo a.C.: si trattava di casi di melanoma. Un caso di papilloma squamoso è stato individuato sulla mano di una mummia egiziana, un probabile caso di istiocitoma dermico è stato osservato sul ginocchio di un'altra mummia egiziana, così alcuni casi di tumori maligni: ad esempio un carcinoma a cellule basali nella mummia di Ferdinando Orsini, morto nel 1549 e casi di sindrome di nevo basocellulare in alcune mummie egiziane.


Tumori e alimentazione

Risalgono agli anni dopo il 1930 i primi studi sui possibili effetti della dieta sullo sviluppo dei tumori. Erano studi condotti su animali soggetti a trapianti di tumori allo scopo di alterare la loro crescita mediante l'alimentazione.

Per i tumori di tipo melanoma i primi studi condotti sugli animali hanno suggerito la possibilità di prevenire l'insorgenza dei tumori mediante alcuni composti naturali, in seguito studi epidemiologici hanno rilevato una possibile associazione tra alcuni fattori dietetici e il rischio di melanoma, anche se i risultati sono non conclusivi.

La dieta potrebbe influenzare il rischio di melanoma a livello cellulare, intensificando la morte delle cellule indotta da UV (apoptosi), oppure aumentando la fotosensibilità.



Tumori non melanoma

Gli alimenti studiati

Frutta e vegetali - Agrumi - Fitonutrienti - Grassi - PUFA (Acidi Grassi Polinsaturi) - Carne rossa - Antiossidanti (beta carotene - retinolo - luteina, vitamina E, vitamina C, selenio, polifenoli) - Caffè, tè e Caffeina - Alcool.

Numerosi studi hanno mostrato che una
dieta ricca di frutta e vegetali può avere un effetto protettivo nei confronti del cancro, riducendone il rischio complessivo. Tale effetto è stato confermato per i tumori cutanei. Studi condotti nel 1975, sottoponendo topi a radiazioni UV, mostravano che il 30% dei topi alimentati normalmente sviluppava SCC, contro il 7% dei topi alimentati con una dieta speciale che includeva una miscela di vitamine C ed E con glutatione. Successivamente topi alimentati integrando la dieta con vitamina C, selenio ed estratti di tè verde, mostravano una diminuita incidenza di tumori cutanei.

Agrumi

Il consumo di agrumi è associato al possibile rischio di tumori cutanei. Per verificare tale associazione sono stati analizzati i dati derivanti dallo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort), uno studio epidemiologico a livello europeo iniziato nel 1992 e che ha coinvolto circa 520.000 partecipanti. I risultati ottenuti mostrano una relazione positiva tra la quantità di agrumi consumati e il rischio di tumori cutanei, in particolare BCC e SCC. Il consumo di succhi di frutta da agrumi era associato ad un aumento di rischio di tumori cutanei ma non di melanoma (vedi qui).

Fitonutrienti

Altri studi hanno considerato gli effetti di fitonutrienti quali curcumina, licopene e genisteina. Composti come estratto di semi di uva, resveratrolo e acido ellagico agiscono come spazzini dei radicali superossido proteggendo le cellule dai danni al DNA. Studi su animali hanno mostrato che i polifenoli proteggono la pelle dagli effetti dannosi dei raggi UV riducendo l'infiammazione, lo stress ossidativo, il danno al DNA.

Studi sull'uomo hanno mostrato il ruolo dell'alimentazione nel ridurre fotocarcinogenesi: ad esempio in uno studio l'ingestione di salsa di pomodoro (ricca in licopene) proteggeva la pelle dai danni da UV, compresi eritema e danno al DNA. Così licopene e beta-carotene, contenuti in carote e pomodori, avevano un'azione protettiva verso i danni da UV.

Una review raccoglie informazioni sui vantaggi del loro uso, la loro biodisponibilità ed i meccanismi molecolari che agiscono nella prevenzione del cancro della pelle. I risultati ottenuti finora sono allo stadio preclinico ed ulteriori studi potranno confermare o meno la loro validità negli esseri umani.

Grassi

Nell'uomo esistono evidenze di una associazione positiva tra dieta ricca di grassi e rischio di sviluppare tumori della pelle anche se i risultati di alcuni studi hanno dato risultati contrastanti.

Già nel 1939 è stata dimostrata da Baumann e Rusch l'influenza dei grassi nella dieta sul cancro della pelle indotto da UV in esperimenti condotti su animali. In seguito Harman formulava la teoria dei radicali liberi come origine di mutazioni, cancro e invecchiamento fornendo in seguito raccomandazioni dietetiche per proteggersi dall'eccesso di radicali liberi: riduzione dei bersagli di radicali liberi come i
PUFA e aggiunta di antiossidanti alla dieta. Studi successivi, condotti negli animali in maniera più accurata, hanno portato alla conclusione che acidi grassi omega-6 favoriscono la carcinogenesi UV indotta mentre acidi grassi omega-3 la inibiscono (vedi qui).

In uno studio clinico 115 pazienti erano divisi in maniera casuale in due gruppi: 58 costituivano il gruppo di controllo e seguivano una dieta senza alcuna modifica mentre i 57 pazienti del gruppo di intervento seguivano un regime alimentare a basso contenuto di grassi, riducendo le calorie da grassi dal 39 al 21%. Lo studio doveva determinare l'influenza dei grassi alimentari sui tumori della pelle non melanoma. Tale influenza divenne evidente abbastanza presto considerando la comparsa di lesioni precancerose, le cheratosi attiniche. Nel gruppo di controllo i pazienti avevano un rischio 4.7 volte maggiore di avere una o più cheratosi attiniche durante un periodo di due anni, rispetto ai pazienti del gruppo di intervento. Al termine dello studio, mentre il numero di NMSC non variava nel gruppo di controllo, si osservava invece una netta diminuizione nel gruppo sottoposto a intervento dietetico, negli otto mesi successivi. Per questo studio i grassi usati non sono stati alterati o selezionati per tipo di PUFA.

Acidi grassi omega-3 e omega-6

Uno studio caso-controllo mostrava che un alto consumo di acidi grassi omega-3 abbassava il rischio di SCC ed uno studio successivo riportava che il maggiore consumo di omega 3 FA era inversamente associato a melanoma e SCC, anche se i dati non erano significativi.

È stato suggerito che un potenziale meccanismo della inibizione della carcinogenesi da UV da parte di acidi grassi omega-3 sia mediata da immunomodulazione attraverso riduzione dei livelli di PGE2, una molecola ad azione proinfiammatoria ed immunosoppressiva mentre acidi grassi omega-6 avrebbero un effetto opposto.

In conlusione una dieta con pochi grassi ed integrazione con acidi grassi omega-3 sembrerebbe una buona strategia per prevenire tumori cutanei NMSC.

Antiossidanti

In riferimento all'uso degli antiossidanti per la prevenzione dei tumori si deve considerare che gli studi clinici condotti utilizzando integratori contenenti vitamina C, vitamina E, beta-carotene, selenio e zinco) non hanno mostrato alcun effetto sull'incidenza di NMSC. In uno studio condotto su 22.000 medici l'integrazione di beta-carotene non influenzava lo sviluppo di un nuovo NMSC.

In generale i risultati di molti studi sono contrastanti. Ad esempio l'assunzione di vitamina E in alcuni casi aveva un effetto protettivo mentre in altri sembrava associato allo sviluppo di BCC oppure non aveva alcun effetto.

Quanto al selenio, mentre studi preliminari sembravano mostrare un effetto protettivo in cheratinociti e topi, studi clinici condotti sull'uomo non hanno evidenziato alcuna significativa associazione con rischio di BCC mentre hanno rilevato elevati rischi di SCC e NMSC totale (vedi qui).

Caffè, tè e caffeina

Secondo alcuni studi la caffeina potrebbe avere un effetto protettivo rispetto al cancro della pelle non melanoma. Una revisione sistematica e meta-analisi di studi pubblicati fino al 2016 ha evidenziato che il consumo di caffè con caffeina è inversamente associato al rischio di NMSC in particolare al rischio di BCC. Mentre non si osservava correlazione tra consumo di caffè decaffeinato o te verde e rischio di NMSC (vedi qui).

Alcool

Il consumo di alcool è considerato un fattore di rischio per molti tumori e potenzialmente anche per i tumori cutanei, in relazione alla quantità e al tipo di alcool consumato. Tuttavia i dati raccolti sono spesso contrastanti.

Secondo uno studio del 2008 sull'associazione tra consumo totale di alcool, tipo di bevanda alcolica e rischio di tumori cutanei (BCC e SCC) non ci sarebbe correlazione tra prima comparsa di tumori cutanei e consumo di bevande alcoliche. Il rischio di SCC sarebbe invece più alto nelle persone che hanno già avuto un tumore della pelle e che consumano elevate quantità di sherry e porto.

Secondo altri studi ci sarebbe un'associazione positiva tra rischio di BCC e consumo totale di alcool, vino bianco e liquore, mentre ci sarebbe un'associazione inversa con il consumo di vino rosso: il vino rosso potrebbe avere un effetto preventivo sul cancro per la presenza di flavonoidi ed altri polifenoli (vedi qui).

Un ampio studio condotto su una popolazione di 54.766 persone che partecipavano al
Diet, Cancer and Health Cohort in Danimarca evidenziava un aumentato rischio di BCC associato al consumo di vino e liquori, ed un diminuito rischio associato invece al consumo di birra (vedi qui).

Il rischio di NMSC ed il consumo di alcool è stato anche studiato in una popolazione femminile, nello studio osservazionale WHI (Women's Health Iniziative), in cui è stata osservata una popolazione di 59.575 donne bianche in post-menopausa, età media 63,6 anni. Dopo un periodo di osservazione di circa 10 anni erano individuati 532 casi di melanoma e 9.593 casi di NMSC. Veniva rilevata una significativa relazione tra quantità di alcool consumato e tumori cutanei (melanoma e NMSC): in particolare chi consumava più di 7 bevande per settimana aveva un rischio più alto di cancro della pelle rispetto a chi non beveva. Inoltre chi beveva vino bianco o liquore presentava un aumentato pericolo di melanoma e NMSC (vedi qui).

Tipi di dieta

L'influenza di modelli alimentari differenti sul rischio di tumori cutanei NMSC è stata valutata in uno studio pubblicato dalla rivista Am. J. Clinical Nutrition.
Lo studio durato 11 anni, dal 1992 al 2002, rientra nel NambourSkin Cancer Prevention Trial, uno studio iniziato nel 1986 ed ancora in corso nella comunità di Nambour (Queensland, Australia) sull'efficacia del consumo giornaliero di tavolette di β-carotene e dell'applicazione di creme solari nella prevenzione del cancro della pelle.

Su 2095 residenti (età 20-69 anni) selezionati a caso, 1447 hanno completato un questionario sulla frequenza alimentare (FFQ) ed altri sul tipo di pelle, esposizione al sole ed altro: l'analisi finale è stata condotta su 1360 individui. 129 alimenti singoli sono stati associati, secondo il contenuto nutritivo, a formare 38 gruppi alimentari. Dall'analisi sono emersi due modelli alimentari principali: il regime
carne/grassi ad alto consumo di carne rossa, cibi elaborati, grassi, merendine, bevande dolci, prodotti ad alto contenuto di grassi ed il regime alimentare vegetali/frutta con consumo di vegetali, frutta, cereali integrali, pesce e prodotti a basso contenuto di grassi.
In 11 anni sono stati diagnosticati 664 carcinomi basocellulare in 267 partecipanti e 235 carcinomi squamocellulari in 127 partecipanti.

I partecipanti con elevato consumo di carne e grassi erano soprattutto uomini, di età inferiore a 50 anni, fumatori, che lavoravano all'esterno e con minore incidenza di precedenti tumori della pelle. I partecipanti che consumavano vegetali e frutta erano soprattutto donne, di età superiore a 50 anni, livello educativo elevato, che svolgevano lavori professionali e con maggior numero di precedenti tumori della pelle.

Il modello alimentare con elevato consumo di carne/grassi non risultava associato a rischio di BCC mentre era alto il rischio relativo di tumori SCC (RR 1.83). Inoltre nei partecipanti con una precedente storia di tumore cutaneo il rischio di sviluppare SCC era più alto di quasi tre volte (RR 3.77).

Il modello alimentare con elevato consumo di vegetali/frutta non era associato a rischio di BCC o SCC, invece il rischio di sviluppare tumore cutaneo SCC diminuiva del 54%. Non veniva rivelata invece alcuna correlazione tra regime alimentare seguito e sviluppo di carcinoma BCC.

Gli autori riportano che il consumo di vegetali a foglia verde (spinaci, biete, cipollotti, lattuga) ad alto contenuto di antiossidanti, vitamine, minerali ed altre sostanze bioattive (polifenoli) potrebbe essere alla base degli effetti protettivi della dieta vegetali/frutta in persone che in passato avevano sviluppato tumori della pelle.

Uno studio pubblicato nell'agosto 2020 ha confrontato tre regimi alimentari quali Dieta Mediterranea, Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) e un modello di alimentazione Pro-vegetariana, valutando l'associazione con il rischio di carcinoma basocellulare. Il risultato del confronto ha promosso la dieta mediterranea come quella con il minor rischio di BCC, seguita dalla DASH ed infine dalla dieta pro-vegetariana. In generale lo studio mostra che alti consumi di frutta e ridotti consumi di alimenti grassi riducono il rischio di BCC (vedi qui).

I nostri consigli

Una dieta ricca di frutta e vegetali può avere un effetto protettivo nei confronti del cancro riducendone il rischio complessivo. In particolare il consumo di vegetali a foglia verde (spinaci, biete, cipollotti, lattuga) ad alto contenuto di antiossidanti, vitamine, minerali ed altre sostanze bioattive (polifenoli) potrebbe avere effetti protettivi in persone che in passato avevano sviluppato tumori della pelle.

Il consumo di agrumi è associato al possibile modesto aumento di rischio di tumori cutanei.

Fitonutrienti quali curcumina, licopene e genisteina, altri composti come estratto di semi di uva, resveratrolo e acido ellagico, polifenoli e beta-carotene possono avere un effetto protettivo rispetto ai danni da UV.

Una dieta con pochi grassi ed integrazione con acidi grassi omega-3 sembrerebbe una buona strategia per prevenire tumori cutanei NMSC.

La caffeina sembra avere un effetto protettivo, mentre il consumo di caffè decaffeinato e di tè non sembra avere alcun effetto.

Premesso che il consumo di alcool determina sempre dei danni per la salute umana, gli studi svolti finora suggeriscono
che un consumo di bevande alcooliche in quantità elevate può essere dannoso soprattutto in caso di assunzione di vino bianco e liquore, mentre il vino rosso potrebbe avere un effetto protettivo per la presenza di polifenoli.


Tumori melanoma

Gli alimenti studiati

Caffè e caffeina - Agrumi - Alcool - Niacina/nicotinammide - PUFA (Acidi Grassi Polinsaturi) - Folato/acido folico - Vitamina D.

Caffè e caffeina

Studi su animali hanno mostrato che la caffeina può inibire le ustioni indotte da UV sull'epidermide di topi comportandosi come uno schermo solare. Oltre che nel caffè la caffeina è contenuta in alimenti come il tè, la coca cola e il cioccolato. Per quanto riguarda gli studi epidemiologici i risultati sono stati contrastanti : in alcuni si è osservata una associazione inversa tra assunzione di caffeina e rischio di melanoma, mentre in altri l'associazione non era significativa anche se non era stata fatta una distinzione tra caffè con e senza caffeina. Ampi studi di coorte suggeriscono che in generale il consumo di caffè e di caffeina può aiutare a ridurre il rischio di melanoma soprattutto nelle aree del corpo più esposte ai raggi UV, come testa e collo.

Agrumi

Non sono molti gli studi sul rischio di melanoma e il consumo di agrumi. Nel 2003 è stato riportato un aumentato rischio di melanoma nelle persone che consumavano più succo di arancia e vitamina C contenuta nei cibi e non da integratori, rispetto a chi non consumava succo di arancia. Poichè la vitamina C risulta tossica per le cellule di melanoma l'aumentato rischio di melanoma dipenderebbe da altre sostanze chimiche naturalmente esistenti come furocomarine e psoraleni, che possono avere proprietà fotocarcinogeniche. Il rischio aumentava in relazione alla frequenza di consumo di agrumi: un consumo di 1.6 volte al giorno era associato ad un maggior rischio rispetto ad un consumo minore di 2 volte alla settimana. L'associazione era più alta con il consumo di pompelmo (più di 3 volte alla settimana rispetto a nessun consumo), era invece significativa ma più debole l'associazione in caso di consumo di succo di arancia (più di una volta a settimana rispetto a meno di una volta a settimana). Consumo di succo di pompelmo e arance non era associato a maggior rischio di melanoma. Questo sarebbe dovuto alla maggiore quantità di psoralene e furocomarine presenti nel frutto di pompelmo rispetto al succo, inoltre il consumo di succo di arancia risulta maggiore rispetto al consumo dei frutti.

Esiste però uno studio italiano che dimostra un effetto protettivo di un alto consumo di agrumi rispetto al rischio di melanoma (più di 5 volte alla settimana contro meno di 2 volte alla settimana). In conclusione i dati al momento non permettono di stabilire con sicurezza che cibi ricchi di psoraleni aumentino il rischio di melanoma.

Alcool

Nel 1977 è stata riportata per la prima volta un'associazione positiva tra consumo di alcool e rischio di melanoma sulla base dei dati del Third National Cancer Survey: da allora sono stati fatti altri studi che però non hanno avuto risultati conclusivi.

Alcuni studi caso-controllo condotti in Canada e Italia non hanno trovato associazione tra elevato consumo di alcool e rischio di melanoma, mentre altri studi hanno evidenziato un aumento del rischio di melanoma tra chi assumeva bevande alcoliche (più del 10% delle calorie totali). Una revisione di numerosi studi mostrava che il rischio di melanoma era più elevato nelle donne che assumevano alcool. Altri studi hanno evidenziato un rischio maggiore associato al consumo di vino bianco o liquore.

L'alcool causa carcinogenesi in seguito alla trasformazione dell'etanolo in acetaldeide che a sua volta agisce da fotosensibilizzante generando specie reattive all'ossigeno e altri intermedi che possono indurre danno al DNA e attivando vie di trasduzione del segnale e sintesi di prostaglandina. L'effetto congiunto di raggi UV e consumo di alcool può potenziare la formazione di tumori cutanei ma si deve anche considerare che l'associazione più forte è stata rilevata fra consumo di alcool e melanomi localizzati in zone del corpo non colpite direttamente dai raggi UV, come il tronco.

Niacina

La niacina, nota anche come acido nicotinico o vitamina B3, insieme alla sua ammide detta nicotinamide, costituiscono il complesso vitamina B3. Sia la niacina che la nicotinammide sono presenti in alimenti di origine animale e vitamine: cereali da colazione, mutivitaminici, e integratori a base di vitamina B contengono nicotinammide sotto forma di niacina.

Una aumentata sensibilità all'esposizione solare è correlata ad una grave forma di mancanza di niacina (pellagra) negli esseri umani. Niacina e nicotinammide riducono l'immunosoppressione dovuta ai raggi UV sia nei topi che negli esseri umani quando usati sia per via orale o topica. La nicotinammide può anche avere effetti benefici contro i danni al DNA e la mutagenesi facilitando il riparo del DNA.

I pochi studi epidemiologici condotti finora sull'associazione tra consumo di niacina e rischio di melanoma non hanno dato risultati significativi, evidenziando una marginale correlazione positiva tra alto consumo di niacina e rischio di melanoma negli uomini ma non nelle donne.

Acidi grassi polinsaturi (PUFA)

Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-3 e omega-6 sono entrambi importanti per la salute umana: sono componenti strutturali delle membrane fosfolipidiche e precursori di molecole di segnalazione come gli eicosanoidi.

Tra gli omega-3 a catena lunga sono da considerare importanti per i loro effetti benefici due sostanze: l'acido eicosapentanoico (EPA) e l'acido docoesanoico (DHA) che sono presenti soprattutto nei pesci e altri prodotti ittici. L'effetto antineoplastico dell'assunzione alimentare di queste sostanze deriva da numerosi studi che hanno mostrato il convolgimento di questi acidi grassi in importanti vie metaboliche. Secondo recenti dati i PUFA a catena lunga sarebbero in grado di inibire la fotoimmunosoppressione e quindi potrebbero avere una azione chemiopreventiva del cancro della pelle. Sarebbe inoltre importante il rapporto tra omega-3 e omega-6 più che il livello delle due classi di PUFA.

Ma nonostante tutte le evidenze, poco si sa sugli effetti degli omega-3 sul melanoma. I primi studi caso-controllo non mostravano associazione tra consumo di cibi ricchi di acidi grassi e il rischio di melanoma. Un effetto benefico era invece suggerito da uno studio epidemiologico condotto sugli Inuit, una popolazione esquimese la cui dietà è a base di pesce.

Studi successivi hanno confermato tale associazione inversa tra alto consumo di cibi ricchi di omega-3 e rischio di melanoma. Al contrario alcuni studi hanno evidenziato un aumento del rischio di melanoma legato al consumo di omega-6.

In generale i risultati dei vari studi non spiegano ancora chiaramente il ruolo dei PUFA nello sviluppo del melanoma.

Acido folico/Folato

Il folato o vitamina B9 insieme alle vitamine B2, B12 e B6 sono fonti di coenzimi associati al metabolismo del carbonio. L'acido folico è una forma sintetica di folato. È noto da tempo che l'assunzione di acido folico durante la gravidanza previene gravi difetti del tubo neurale e in molti paesi viene raccomandata l'integrazione di acido folico alle donne in attesa. Sussistono però preoccupazioni in merito alla possibile associazione tra folato e cancro anche se i vari studi epidemiologici non hanno evidenziato finora alcuna relazione (positiva, negativa o nulla) tra folato e cancro. Recentemente uno studio di coorte prospettico condotto in Francia ha però mostrato un aumentato rischio di cancro della pelle associato a consumo di folato. Pochi sono invece gli studi relativi al rischio di melanoma. Negli animali il folato potrebbe avere un effetto duplice: da una parte avrebbe un effetto protettivo sullo sviluppo di lesioni precoci mentre dall'altra potrebbe favorire la crescita di cellule preneoplastiche. Altre ricerche hanno invece mostrato che l'acido folico è associato a fototossicità cellulare e fotogenotossicità.

Vitamina D

La vitamina D è essenziale per la salute delle ossa umane. Fonti di vitamina D sono esposizione ai raggi UV, alimentazione e integratori. La vitamina D ha inoltre effetti benefici sulla salute di altri organi riducendo il rischio di malattia cardiaca, malattia autoimmune, e cancro.

Per quanto riguarda la vitamina D e il rischio di melanoma ricerche in vitro hanno mostrato un effetto antiproliferativo della vitamina D su colture cellulari di melanoma ma gli studi epidemiologici sugli effetti chemioprotettivi della vitmaina D nei confronti del melanoma non hanno avuto esiti certi. Alcuni studi hanno evidenziato una diminuizione del rischio di melanoma con il consumo di vitamina D mentre la maggior parte degli studi di coorte hanno avuto risultati nulli.

Se si considera il livello nel siero della vitamina D sotto forma di [25(OH)D] alcuni studi hanno evidenziato una relazione inversa tra livello di vitamina D e rischio di melanoma: bassi livelli di vitamina D associati a più alto rischio di melanoma. Altri invece hanno evidenziato un maggiore rischio di melanoma all'aumentare dei livelli di vitamina D nel siero. Questa associazione positiva tra rischio di melanoma e livelli di vitamina D può essere dovuto all'associazione tra elevata esposizione ai raggi solari e alti livelli di vitamina D.

I livelli di vitamina D sembrano correlati agli esiti del melanoma: bassi livelli sono correlati con maggiore spessore dei tumori e uno stadio più avanzato del tumore in una coorte di 764 pazienti tedeschi con melanoma. In un altro studio livelli più alti di vitamina D erano associati a minore spessore alla diagnosi e migliore sopravvivenza. Uno studio più recente ha trovato che un alto livello di vitamina D era correlato con migliori indicatori di prognosi in casi di melanoma primario.

I nostri consigli

Consumare caffeina potrebbe avere un effetto positivo contro il melanoma maligno della pelle.

Consumare invece agrumi potrebbe avere un piccolo incerto effetto negativo.

Consumare alcool potrebbe avere un piccolo effetto negativo.

Pochi sono stati anche gli studi su particolari modelli alimentari e melanoma:
la dieta mediterranea potrebbe avere un effetto protettivo contro il melanoma, ed è stata anche trovata un'associazione inversa tra rischio di melanoma e con due indici che valutano la qualità di una dieta quali Healthy Eating Index 2010 (HEI-2010) e il Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) index.

Ma non esistono al momento studi clinici controllati che diano indicazioni esatte sugli alimenti o le diete che possono aumentare o diminuire il rischio di melanoma.


Per saperne di più


Yang K, Fung TT, Nan H. An Epidemiological Review of Diet and Cutaneous Malignant Melanoma. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2018;27(10):1115-1122.

Mahamat-Saleh Y, Cervenka I, Al-Rahmoun M, et al. Citrus intake and risk of skin cancer in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort (EPIC). Eur J Epidemiol. 2020 Jul 24.

Black HS. The role of nutritional lipids and antioxidants in UV-induced skin cancer. Front Biosci (Schol Ed). 2015;7:30-39.

Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology: Part I. Atopic dermatitis, acne, and nonmelanoma skin cancer. J Am Acad Dermatol. 2014;71(6):1039.e1-1039.e12.

Caini S, Cattaruzza MS, Bendinelli B, et al. Coffee, tea and caffeine intake and the risk of non-melanoma skin cancer: a review of the literature and meta-analysis. Eur J Nutr. 2017;56(1):1-12.




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