Menu principale:
Pelle, Clima e Salute
Secondo i rapporti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), una organizzazione delle Nazioni Unite nata per valutare i cambiamenti climatici da un punto di vista scientifico e fornire indicazioni ai governi di tutto il mondo, la temperatura del pianeta è aumentata di circa 1°C rispetto al periodo pre-industriale nel 2017, con un incremento di 0,2°C per ogni decennio.
Questo forte aumento della temperatura globale media, oltre che da fattori naturali, è favorito dalle attività umane, tanto che è stato coniato il termine di Antropocene per indicare l'inizio di una nuova era geologica per la terra, dove sarebbe proprio l'uomo il principale artefice dei cambiamenti climatici. Il pianeta perde meno calore e si riscalda a causa dell'aumento dei cosiddetti gas serra: vapore acqueo, CO2, metano, ossido nitroso, clorofluocarburi e ozono.
La concentrazione di CO2 sarebbe aumentata dal 2000 ad oggi di circa 20 ppm per decennio, ad una velocità 10 volte maggiore rispetto all'aumento visto negli ultimi 800.000 anni. Dal 1970 la temperatura media globale è aumentata ad una velocità di 1,7°C per secolo.
Questi cambiamenti dovuti alle attività umane superano i cambiamenti dovuti a forze geofisiche o della biosfera che hanno alterato il clima della terra nel passato.
Un fattore importante da considerare è sicuramente l'inquinamento atmosferico.
La causa principale dell'inquinamento atmosferico è rappresentata dalla combustione dei combustibili fossili: circa l'85% dell'inquinamento da particolato fine e quasi tutte le emissioni nell'aria di ossidi di zolfo e ossidi di azoto derivano da queste combustioni che sono anche la fonte principale dei gas serra e degli inquinanti del clima a vita breve.
I principali inquinanti dell'aria, come definiti dalla US EPA (United States Environmental Protection Agency) derivano da composti gassosi, materiale particolato (PM) e metalli pesanti. In aggiunta i composti di ossido di azoto interagiscono con composti organici volatili (VOC) e radiazioni ultraviolette (UV) generando ozono (O3) a livello del suolo. Del cosiddetto materiale particolato fa parte anche il "black carbon" che deriva dalla incompleta combustione di combustibili fossili e biomasse.
Altri inquinanti sono i composti organici persistenti (POP), composti semivolatili (SVOC) e idrocarburi poliaromatici (PAH). Alcuni degli inquinanti come ozono, PM e specifici PAH possono essere resi più tossici dai raggi ultravioletti.
Molti di questi inquinanti sono a vita breve e la loro rimozione potrebbe avere un effetto benefico immediato sia sul cambiamento climatico che sulle malattie non trasmissibili.
Effetti sulla salute
L'inquinamento atmosferico ha effetti negativi sulla salute essendo correlato alle cosiddette malattie non trasmissibili come malattie cardiovascolari e respiratorie: gli inquinanti sarebbero responsabili del 21% delle morti da malattia cardiovascolari, 26% di morti per malattia ischemica cardiaca, 23% di morti da infarto, 51% di morti da malattia polmonare ostruttiva cronica e 43% di morti da cancro del polmone. Inoltre essi causano disfunzioni cognitive e danni a livello neurocomportamentale.
E se il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici possono avere alcuni effetti positivi, come meno morti per il freddo nei climi temperati e maggiore produzione di cibo in alcune regioni, considerando gli effetti generali sulla salute, il bilancio finale è negativo.
Ad essere influenzati dal cambiamento del clima sono fattori sociali ed ambientali importanti per la salute: aria pulita, acqua potabile sicura, disponibilità di cibo e un rifugio sicuro.
Gli effetti sulla salute possono essere diretti o indiretti oppure colpire gruppi sociali più vulnerabili.
Tra gli effetti diretti possiamo inserire l'aumento delle temperature che può causare morti da malattie cardiovascolari e respiratorie, specie tra le persone più anziane, innalzare i livelli di ozono e altre sostanze inquinanti pericolose per l'apparato cardiovascolare e respiratorio. Se fa caldo aumentano anche i pollini e altri allergeni portati dall'aria che sono causa di reazioni asmatiche.
Tra gli effetti indiretti alcune conseguenze dei cambiamenti climatici quali i disastri naturali atmosferici, il cui numero è triplicato a partire dagli anni '60 del secolo scorso.
L'elevato livello di precipitazioni può avere effetti sulla sicurezza delle acque potabili compromettendo l'igiene ed aumentando il rischio di malattia diarroica. Al contrario la scarsità dell'acqua determina siccità e carestie.
Le inondazioni possono causare contaminazione delle acque, aumentare il rischio di malattie portate dall'acqua, e favorire la riproduzione di vettori che portano malattie, come le zanzare. Senza considerare i danni alle case, alle forniture di farmaci e ai servizi sanitari.
Nelle regioni più povere i cambiamenti del clima determinano diminuita produzione di cibo e di conseguenza malnutrizione e sottonutrizione.
Malattie infettive diffuse da insetti, lumache o altri animali sono fortemente influenzate dal clima. Si osserva sempre più un ampliarsi delle regioni di diffusione di malattie infettive prima considerate tipiche di zone tropicali, a causa di cambiamenti del clima che favoriscono il diffondersi dei vettori: malattie come la malaria o la febbre dengue sono molto influenzate dal clima.