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Clima e malattie della pelle - Infezioni e malattie da vettori

Pelle, Clima e Salute > Clima e malattie della pelle


Infezioni cutanee

Temperature più alte portano ad una maggiore prevalenza di infezioni cutanee che comprendono:

  • infezioni batteriche (impetigine, cellulite e foruncoli)
  • infezioni fungine come pityriasis versicolor e tinea pedis
  • infezioni virali


Come conseguenza del cambiamento climatico anche le temperature di località montane tendono ad innalzarsi creando le condizioni favorevoli per la crescita e la diffusione di patogeni, spiegando così l'aumentata incidenza di infezioni cutanee.

In genere stafilococchi, streptococchi e batteri enterici tendono a colonizzare gli esseri umani con più facilità nei climi più caldi. Calore ed umidità favoriscono le piodermiti. Nei mesi più caldi e umidi le infezioni cutanee possono colpire fino al 50% della popolazione di colore tra i 2 e i 6 anni negli Stati Uniti del Sud, mentre la percentuale scende fino al 4% nei mesi invernali.

La maggior parte delle infezioni sono dovute a batteri Gram+ (
Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes) ma in condizioni di clima caldo-umido sono favorite anche le infezioni da Gram-.

Lo stesso accade per le infezioni da criptococco le cui variazioni sono state associate ai cambiamenti climatici: prima del 1999 i casi di infezioni umane erano limitati all'Australia ed altre regioni tropicali e subtropicali. Ma tra il 2004 e il 2010 l'US CDC riportava 60 casi di infezione umana da
Cryptococcus gattii nella regione del Pacifico Nordovest.

Per ogni aumento di 1°C della temperatura media ci sarebbe un aumento del 10% di casi di malattia mani-piedi-bocca (malattia febbrile di origine virale) e per ogni aumento di umidità relativa dell'1% i casi della stessa malattia aumenterebbero del 6,6%.

È possibile che ci siano altri fattori implicati nella diffusione di queste infezioni ma i dati e le osservazioni fatte evidenziano comunque una forte influenza dei cambiamenti climatici.


Malattie portate da vettori

Vettori come zanzare, pappataci, zecche e pulci sono portatori di virus, batteri e protozoi patogeni che possono essere trasferiti da un ospite ad un altro. Molte malattie infettive sono trasmesse da vettori adattati ad un particolare clima: in seguito ai cambiamenti climatici è possibile la diffusione di questi vettori in nuove aree geografiche che diventano favorevoli alla loro riproduzione. Malattie un tempo rare diventano così più comuni.

Ed è sempre più evidente che i cambiamenti climatici hanno un impatto significativo sulla distribuzione e stagionalità di alcune di queste malattie. Soprattutto il riscaldamento globale, le variazioni di frequenza e intensità delle precipitazioni insieme ad attività umane come deforestazione ed utilizzo di pesticidi hanno modificato la distribuzione geografica di alcuni di questi vettori. Fattore critico è certamente la temperatura: la densità dei vettori e la capacità di trasmettere il patogeno dipendono dalla temperatura. L'aumento della temperatura ha anche aumentato la lunghezza del periodo di riproduzione e la capacità di colonizzare latitudini superiori.

Ad esempio in Svezia si è osservato un aumento dei casi di malattia di Lyme dovuto in parte alla costruzione di abitazioni rurali ma soprattutto all'aumentata temperatura. Così si spiega la diffusione della malattia di Lyme nel Canada e l'estensione della schistosomiasi in alcune zone della Cina.

Le precipitazioni più intense portano ad un aumento della densità vegetale, creando locali microambienti umidi che favoriscono la diffusione di vettori e incrementano la presenza di cibo per specie, come i roditori e altri erbivori, che sono potenziali serbatoi di malattie.

Così l'aumento della CO2 in seguito alle attività umane favorisce la crescita delle piante, la diffusione degli insetti mentre la crescita delle aree urbane favorisce le epidemie soprattutto in mancanza di idonee condizioni igieniche.

In Australia infezioni da Ross River virus sono state associate a forti precipitazioni, aumento di temperatura e umidità relativa, mentre negli Stati Uniti si è osservato un fortissimo aumento di casi di malattia di Lyme trovando una correlazione positiva con l'indice di umidità misurato nei due anni precedenti e l'aumentata sopravvivenza della ninfe di zecche in condizioni più umide. Così era riscontrata una associazione tra la variabilità nella trasmissione di West Nile virus in polli sentinella e variabilità nel tempo e nello spazio di siccità e umidità nel sud della Florida.

Anche eventi climatici importanti come El Niño sembrerebbero contribuire all'incidenza più elevata di malattie infettive portate da vettori.


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