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Cosa facciamo
illustrazione di Alessandro Sanna
L'acne è una malattia molto diffusa soprattutto tra i giovani e non è solo un problema estetico, ma una condizione in grado di influenzare negativamente emozioni e pensieri delle persone affette.
Per indagare la relazione tra presenza e gravità dell'acne e le abitudini alimentari il Centro Studi GISED ha svolto uno studio osservazionale caso-controllo rivolto ad adolescenti e giovani adulti.
Lo studio, condotto in tutta Italia presso 15 ambulatori dermatologici ospedalieri, ha coinvolto in totale 205 casi (pazienti con acne diagnosticata) e 358 controlli, età media 17 anni, che hanno compilato un questionario relativo a fattori potenzialmente implicati nello sviluppo dell'acne.
I partecipanti allo studio, giovani pazienti con una diagnosi di acne da moderata a grave e controlli con acne assente o leggera, hanno risposto a domande su caratteristiche socio-demografiche, abitudini personali, storia mestruale e storia medica. Un questionario sulle abitudini alimentari ha raccolto invece informazioni sui principali alimenti utilizzati e sulla loro frequenza d'uso (vedi qui).
Lo studio ha evidenziato un aumento del rischio di acne in presenza di genitori che in gioventù hanno sofferto di acne, un basso BMI ha invece un effetto protettivo, maggiore nei maschi rispetto alle femmine, mentre fumo e alcool non sembrano associati al rischio di acne. Nessuna associazione è stata individuata tra storia mestruale e acne, nelle femmine.
Dall'analisi delle abitudini alimentari risulta che l'uso di latte, soprattutto scremato, sembra favorire il rischio di acne mentre un consumo costante di pesce ha un effetto protettivo. Non sono state invece osservate significative associazioni tra acne e gli altri alimenti considerati tra cui carboidrati, cioccolato e dolci.
Risultati
I risultati dello studio sono stati pubblicati: