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Il Parmigianino e la peste di San Rocco

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San Rocco e il donatore

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San Rocco e il donatore (Parmigianino, 1503-1540)

Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto Il Parmigianino, nacque a Parma nel 1503 e morì a Casalmaggiore nel 1540. Il padre e gli zii erano pittori e, giovanissimo, il Parmigianino mostrò tutte le sue doti artistiche testimoniate anche dal Vasari che lo descrive in grado di dipingere un'opera tale da meravigliare "che da un putto fusse condotta sì bene una simil cosa".

Allievo del Correggio, fu decoratore, ritrattista, pittore sacro e acquafortista ed è considerato uno dei massimi esponenti del cosiddetto Manierismo.

La sua breve carriera artistica lo vide distaccarsi dall'arte di Correggio per affermare un modo proprio di rappresentare le figure ritratte dove si associano tendenze contrastanti verso l'antico e un modernismo, definito da alcuni quasi utopistico. Questa dualità traspare nei ritratti, dove ad una netta rappresentazione della fisonomia e della psicologia dei personaggi, si associa una loro collocazione quasi in una realtà metafisica.

Nel 1527 il pittore dipinse, su commissione di un certo Baldassarre, l'opera San Rocco e il donatore in cui appare in primo piano il santo, protettore degli appestati, accompagnato come sempre da un cane, e affiancato dal committente inginocchiato in atto di preghiera, come ringraziamento per la guarigione dalla peste. Sulla gamba di San Rocco è infatti visibile una lesione dovuta alla peste, malattia all'epoca molto diffusa e spesso fatale.


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