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Prima o dopo i pasti? (2)
Pubblicata il 6/9/2019
Antibiotici
Le dosi e la frequenza di un antibiotico sono stabilite clinicamente considerando le indicazioni, la gravità dell’infezione e la funzione epatica e renale. Se il farmaco deve essere preso più volte al giorno, l’intervallo tra un’assunzione e l’altra deve essere il più lungo possibile durante la giornata. Antibiotici come il trimetoprim dovrebbero essere presi alla sera per avere la massima concentrazione urinaria durante la notte, mentre la doxiciclina dovrebbe essere presa al mattino con un bicchiere d’acqua per ridurre i rischi di ulcere esofagee.
Alcuni antibiotici come la ciproflaxina dovrebbero essere assunti a stomaco vuoto per evitare la formazione di complessi non assorbibili con ioni metallici. Nel caso della flucloxacillina uno studio recente ha trovato che il cibo riduce la concentrazione del farmaco senza però limitarne l’efficacia.
Antidepressivi
Gli antidepressivi con forte potere sedativo dovrebbe essere presi alla sera, mentre quelli che provocano insonnia sono raccomandati al mattino. Per quelli che hanno un rischio di sedazione minimo la scelta dipende dal paziente.
Corticosteroidi
Il rilascio di cortisolo dalla corteccia surrenale segue un ritmo circadiano: la concentrazione è più alta al mattino e minore alla sera. Al mattino quindi sono opportune dosi di mantenimento da assumere con il cibo.
Antinfiammatori non steroidei
Si raccomanda sempre di assumere gli antinfiammatori non steroidei con il cibo per ridurre gli effetti gastrointestinali avversi. In realtà non ci sarebbero studi pubblicati che dimostrino protezione da parte del cibo sui danni gastrici. Se si soffre di dolore acuto, farmaci come ibuprofen possono essere presi anche a stomaco vuoto per avere una concentrazione plasmatica più alta ed un effetto analgesico precoce. Per i pazienti a rischio di ulcere peptiche sarebbe più utile assumere inibitori della pompa protonica piuttosto che assumere i farmaci con il cibo.
Inibitori pompa protonica
L’appropriata scelta di tempo per gli inibitori di pompa protonica dipende dalle indicazioni e dalle preferenze dei pazienti. Nei casi di reflusso gastro-esofageo il farmaco dovrebbe essere preso mezz’ora prima della colazione se i sintomi si presentano durante il giorno, e mezz’ora prima della cena, se i sintomi si presentano di notte. Assumere questi farmaci prima dei pasti è utile all’inizio della terapia o in caso di uso intermittente in pazienti sintomatici. Per altre indicazioni non è essenziale.
Statine
Le statine abbassano la concentrazione del colesterolo inibendo l’enzima HMG-CoA riduttasi, enzima che segue un ritmo circadiano ed è prodotto soprattutto tra mezzanotte e le sei di mattina. Quindi le statine con emivita corta, come simvastatina e pravastatina, sono raccomandate per un dosaggio serale, mentre quelle con emivita più lunga, come atorvastatina e rosuvastatina non hanno indicazioni temporali. Secondo una revisione Cochrane però l’indicazione di prendere alla sera le statine con emivita corta non sembrerebbe portare benefici, per cui i pazienti possono decidere l’orario di assunzione del farmaco secondo le proprie necessità.
Antipertensivi
La pressione del sangue varia seguendo un ritmo circadiano. I pazienti con pressione bassa durante la notte tendono ad avere meno eventi cardiovascolari se paragonati a quelli la cui pressione scende con difficoltà. Ne consegue l’ipotesi che il dosaggio notturno degli antipertensivi può essere più cardioprotettivo rispetto al mattino.
È in corso un ampio studio di crono terapia denominato TIME (Treatment in Morning versus Evening), uno studio clinico randomizzato condotto su 21.000 pazienti i cui risultati sono attesi per la fine del 2019. Nel frattempo i farmaci antipertensivi possono essere presi secondo le proprie necessità.
I diuretici vengono dati al mattino per non danneggiare il sonno e aumentare il rischio di cadute nei pazienti più anziani. Se sono necessarie due dosi, la potenza del diuretico determina i tempi di assunzione dei farmaci.
In generale è importante rivolgersi a personale specializzato e a centri d’informazione medica che hanno accesso a risorse aggiornate sia per quanto riguarda l’influenza del cibo sul farmaco o per scegliere l’appropriato momento per assumere un farmaco nella giornata. Una migliorata conoscenza, anche da parte dei medici, di questi fattori può aiutare i pazienti a fare un uso più corretto dei farmaci aumentando sia l’efficacia dei trattamenti che l’aderenza dei pazienti alle terapie (1).
A cura della Redazione scientifica.
Il clima sulla pelle
Pubblicata il 6/9/2019
Per “clima” si intende la media delle condizioni atmosferiche di una zona specifica, misurata nel corso di molti decenni. Nei secoli ci sono stati molti cambiamenti climatici correlati a fattori naturali come la relazione tra Terra e Sole, eruzioni vulcaniche, irradiazione solare etc. Questi fattori determinano cambiamenti lenti, protratti nel tempo, a cui gli organismi viventi riescono ad adattarsi.
Si parla invece di cambiamenti climatici antropogenici quando sono le attività umane a causarli. I recenti aumenti di temperatura misurati sulla Terra sarebbero dovuti proprio alle attività umane. Secondo gli scienziati del clima la temperatura della Terra è aumentata di 0,7 °C negli ultimi 100 anni soprattutto a causa dell’emissione di gas serra come la CO2, dovuta sia a processi naturali che alle attività umane.
Anche se nei testi classici di Dermatologia è raro trovare riferimenti agli effetti dei cambiamenti climatici sulla pelle e alle malattie correlate, tuttavia il clima può determinare malattie cutanee soprattutto di tipo infettivo.
A questo proposito il Climate Change Committee of the International Society of Dermatology ha chiamato a raccolta tutti i dermatologi del mondo per aumentare la consapevolezza dei pericoli connessi al cambiamento climatico.
Tra le malattie associate a modifiche del clima sono da segnalare:
eritema cronico migrante;
Il cambiamento del clima ha serie conseguenze sulla vita del pianeta e dei suoi abitanti: gli uomini e le donne che si occupano della salute devono non solo saper riconoscere in tempo i segni di queste malattie collegate al clima ma non possono ignorare le ragioni della loro diffusione in aree sempre più ampie (1).
A cura della Redazione scientifica.