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Microscopia confocale ex-vivo: l'esame istologico del futuro?
Pubblicata il 7/11/2018
Si stima che negli Stati Uniti siano circa 5.4 milioni le persone che si ammalano di cancro della pelle ogni anno e nello stesso tempo cresce la sperimentazione e l'uso di tecniche di imaging non invasive per la rilevazione e la diagnosi dei tumori.
Tra queste sta ottenendo sempre più attenzione la microscopia a scansione confocale, una tecnica inventata nel 1957 da Marvin Minsky all'Università di Harvard. La tecnica è stata perfezionata negli anni '90 quando è stato sviluppato un dispositivo a riflettanza per imaging di tumori cutanei.
Si è appena concluso a Roma il primo World Congress of Confocal Microscopy dedicato proprio alle applicazioni pratiche della microscopia confocale nella clinica e nell'attività scientifica.
La microsopia confocale (CM), che può essere a riflettanza (RCM) o a fluorescenza (FCM), è uno strumento di analisi di immagini che si può usare sia in vivo che ex vivo nella diagnosi e gestione di neoplasie cutanee e dermatosi infiammatorie.
In entrambi i modi (in vivo ed ex vivo) produce immagini con risoluzione cellulare la cui principale limitazione è data dalla profondità dell'immagine che si ottiene.
Nel caso della microscopia confocale ex vivo è possibile l'analisi in tempo reale di tessuti appena prelevati durante operazioni chirurgiche per valutare la malignità oppure controllare i margini chirurgici. Mentre in quella in vivo, il microscopio viene appoggiato sulla lesione per diagnosticare eventuali tumori cutanei simulando una "biopsia virtuale". La non invasività del metodo è utile nelle zone del corpo visibili come il viso o per aiutare biopsie mirate in lesioni più ampie.
Si tratta di una metodica utilizzata al momento solo in alcuni ospedali più specializzati e che ha bisogno di personale esperto per l'interpretazione delle immagini ottenute. Nel caso della CM ex vivo una delle limitazioni è rappresentata dalla profondità dell'immagine che non supera i 200 µm, inoltre i tessuti devono essere appiattiti e in alcuni casi questo può essere difficile da ottenere. Altro limite è che la valutazione dei dettagli dei nuclei cellulari nel caso della RCM è inferiore alla valutazione con istologia tradizionale. Inoltre l'alto costo dei microscopi riduce la diffusione del loro uso.
In ogni caso la CM ex vivo sta emergendo come una tecnica che può permettere analisi di tessuto escisso con la prospettiva di limitare la necessità di preparazioni istologiche convenzionali. L'esame del campione può essere condotto direttamente nella sala operatoria. Finora la CM ex vivo è stata usata per analisi di margini chirurgici di carcinoma a cellule basali (BCC) durante chirurgia micrografica di Mohs. In pratica questa tecnica non altera il tessuto e non impedisce il successivo esame istopatologico.
Altre possibili applicazioni come l'analisi di tumori diversi da BCC, la valutazione di lesioni degli annessi cutanei e la diagnosi di infezioni della pelle sono in studio (1,2,3).
Dati clinici sull'uso di CM ex vivo sono disponibili al momento per il controllo dei margini tumorali in BCC. Molti altri tumori sono nella fase di valutazione, così come altre malattie della pelle. In futuro questa tecnica potrebbe essere usata per ottenere rapidamente dettagli sulla struttura dei campioni cutanei e orientare la diagnosi clinica prima del definitivo esame istologico.
Tra le possibilità ulteriori correlate a questa tecnica segnaliamo lo sviluppo di uno smartphone con microscopio confocale, strumento che potrebbe rivelarsi particolarmente utile nei paesi più poveri del mondo dove è molto difficile avere una biopsia cutanea in tempi rapidi sia per i costi che per la mancanza di risorse necessarie per condurre analisi istologiche.
Un gruppo di ricercatori ha associato a un semplice smartphone un microscopio confocale di dimensioni contenute che permette di ottenere immagini in vivo dettagliate della pelle umana, utili nella diagnosi di malattie cutanee nelle regioni più povere del mondo. Questo dispositivo migliora la diagnosi ottenuta solo per via dermatoscopica in quanto consente di esaminare caratteristiche cellulari sotto la superficie della pelle. Si tratta di uno strumento in una fase iniziale di sviluppo ma che promette di diventare utilissimo nelle zone del mondo più povere.
Gli autori ipotizzano la possibilità di inviare le immagini ottenute a specialisti della lettura e analisi delle stesse che a loro volta possono comunicare con i medici del posto in tempo reale. In futuro sarebbe possibile anche sviluppare un apposito algoritmo per analisi automatica dell'immagine (4).
A cura della Redazione scientifica.
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Pubblicata il 7/11/2018
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A cura della Redazione scientifica.