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La pelle al cinema
Pubblicata il 11/2/2014
Anche il cinema, come la pittura e la fotografia, può rappresentare condizioni dermatologiche aggiungendo all'immagine, una storia e la voce dei protagonisti che portano i segni visibili delle loro malattie.
Il modo di rappresentare i personaggi segue spesso regole ben precise: i cattivi delle storie hanno deformità evidenti ed una pelle piena di cicatrici, i buoni hanno invece una pelle liscia e sana. Nei film horror molti personaggi hanno malattie dermatologiche, le streghe sono sempre piene di rughe, grinze, grandi nei, verruche, peli sul volto.
L'aspetto pallido contraddistingue i vampiri, il pallore estremo è invece tipico degli albini. Molti albini sono protagonisti di pellicole cinematografiche: la condizione è associata a sicari crudeli addirittura in grado di colpire da grandi distanze...
Altre dermatosi associate a comportamenti anomali in molti film sono l'alopecia, l'acne, la lebbra e la presenza di tatuaggi.
Ma il cinema può nello stesso tempo aiutare il dermatologo quando deve informare i pazienti di malattie dermatologiche come rosacea o acne: sapere che attrici o attori famosi hanno gli stessi problemi può aiutare a superare l'angoscia.
Anche vedere attori che mostrano senza problemi nei benigni, angiomi, larghi nei di Becker può aiutare soprattutto gli adolescenti ad accettarne la presenza con maggiore tranquillità.
Film famosi hanno poi trattato i problemi che incontrano nella società persone con malattie quali la psoriasi, l'AIDS o deformità gravi come la sindrome di Proteus. In questo caso il cinema ha cercato di stimolare negli spettatori una forma di empatia verso i protagonisti, in modo da superare lo stigma derivante dall'aspetto fisico a favore di un riconoscimento delle doti intellettuali e morali dei soggetti colpiti da queste dermatosi gravi (1).
Un sito online www.skinema.com è completamente dedicato al rapporto tra cinema e dermatologia.
A cura della Redazione scientifica.