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Andrea Mantegna e la "controversa neurofibromatosi di tipo I"

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Camera degli sposi

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Camera degli sposi (Andrea Mantegna, 1431-1506)

Andrea Mantegna, nato in provincia di Vicenza nel 1431 e morto a Mantova nel 1506, fu pittore estremamente precoce: già a 17 anni contribuì all'esecuzione di una serie di affreschi nella Cappella Ovetari, nella chiesa degli Eramitani a Padova. Purtroppo queste opere sono state distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale ma di esse esistono comunque testimonianze fotografiche.

Visse a Padova dove sicuramente venne a contatto con Donatello e nello stesso tempo subì l'influenza del pittore archeologo Francesco Squarcione, da cui avrebbe ereditato l'amore per il mondo antico.

Nel 1460 Mantegna si trasferì a Mantova come pittore di corte dei Gonzaga e qui dipinse la famosa Camera degli sposi nel palazzo della famiglia Gonzaga: si tratta di un ciclo di affeschi completato sembra nel 1474. Tutte le pareti della sala, compreso il soffitto, sono ricoperte da affreschi tra i quali appare anche il volto dello stesso autore.

La famiglia del marchese è rappresentata su una parete: Lodovico Gonzaga e sua moglie Barbara di Brandeburgo sono seduti e circondati dal resto della famiglia, dalla corte, e dai cani. Accanto alla moglie possiamo vedere una donna affetta da nanismo: una figura spesso presente nelle corti del tempo.

Un recente articolo pubblicato dalla rivista The Lancet Neurology avanza l'ipotesi che il nanismo della donna derivi da una malattia genetica, la neurofibromatosi di tipo I. La donna infatti presenterebbe, oltre alla basa statura, alcuni segni caratteristici della malattia: neurofibromi sul viso, macchie "caffè-latte" sulle guance e sul mento, numerosi noduli di Lish nell'iride, una testa molto grande ed il dito indice destro deformato.

Questa ipotesi è stata però messa in dubbio da due lettere pubblicate, sempre dalla stessa rivista, da due distinti gruppi. Secondo gli autori della prima lettera la donna sarebbe affetta da acondroplasia e l'erronea diagnosi di neurofibromatosi di tipo I deriverebbe dall'osservazione del dipinto prima del suo restauro che avrebbe eliminato alcuni dei segni visti in precedenza. Nella seconda lettera gli autori avanzano l'ipotesi che la donna fosse affetta da una displasia scheletrica associata a nanismo, forse una displasia di Kniest o nanismo metatropico.



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